Diario ragionato della pandemia

ovvero

Fahrenheit 2021

L’accusa alle PEG di provocare reazioni avverse gravi

L’accusa alle PEG (nanoparticelle di polietilenglicole) che avvolgono l’mRNA contenuto del vaccino, di provocare reazioni avverse gravi.
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Il National Institute of Allergy and Infectious Diseases (Niaid) e la Food and Drug Administration (Fda) hanno evidenziato già a dicembre 2020 che le possibili responsabili delle reazioni avverse definite gravi al vaccino COVID-19, potrebbero essere le nanoparticelle di polietilenglicole (Peg) che avvolgono l’mRna del vaccino, in un articolo pubblicato su Science il 21 dicembre 2020 riproposto in italiano da Mara Magistroni su Wired, il 22 dicembre 2020. 



Introduzione alla pagina vaccini

Le leggi della politica contro le leggi della natura   

Questa pagina è in continuo aggiornamento perché riporta studi, documenti e testimonianze su una materia in continua evoluzione: i cosiddetti “vaccini” anti Covid-19, infatti, non sono vaccini tradizionali come quelli finora conosciuti e utilizzati ma – per ammissione delle stesse case farmaceutiche e dei loro enti regolatori – sono “costrutti farmaceutici” ancora in fase sperimentale. Per cui la loro sicurezza, efficacia ed effetti collaterali sull’uomo, sia a breve che a lungo termine, sono ancora da verificare.
Gli studi e le analisi riportate in questa pagina esprimono, dunque, le perplessità del mondo scientifico su tali “farmaci sperimentali”. Perplessità che però, anziché alimentare un aperto dibattito scientifico fra “pari” come avviene normalmente – cioè fra esperti accreditati e di pari livello – in questo caso vengono respinte a priori dalle istituzioni politico-sanitarie, senza entrare nel merito scientifico delle stesse, spesso delegittimando i loro autori: nonostante siano premi Nobel o scienziati dotati di prestigiosi curricula, la cui pecca più evidente è quella di non allinearsi al pensiero unico dominante. Ecco perché queste analisi non sono facilmente rintracciabili sui media. E perché – prima di riportarle qui di seguito – va descritto il contesto in cui sono decollati e sono stati autorizzati i cosiddetti “vaccini”: a partire dai relativi contratti tra la Commissione Europea e le singole aziende fornitrici. Contrariamente, infatti, alla trasparenza che caratterizza il mondo della ricerca scientifica, i contratti sono stati fin dall’inizio blindati e riservati; poi parzialmente resi pubblici, ma con forti censure sui testi che tuttora permangono…. Continua a leggere.



Le dichiarazioni della dottoressa Vanessa Schmidt-Krüger, che spiega la pericolosità delle LNP

Le dichiarazioni della dottoressa Vanessa Schmidt-Krüger, biologa e studiosa di medicina molecolare, che spiega la pericolosità delle LNP (nanoparticelle lipidiche) presenti nel “vaccino” di Pfizer-BioNTech.
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La dottoressa Vanessa Schmidt-Krüger parlava già a dicembre 2020 degli effetti collaterali di Pfizer-BioNTech. Testato sui ratti, il vaccino produceva danni al fegato e ai muscoli e danni al sistema immunitario. La biologa attribuiva gli effetti alle componenti della nanoparticella lipidica (LNP) usata da Pfizer-BioNTech nei suoi vaccini anti Covid-19, sottolineando anche la funzione del glicole polietilenico (PEG) nello sviluppo di reazioni allergiche.



La posizione di ASSIS contro i vaccini somministrati in gravidanza senza prove adeguate

La posizione di ASSIS contro i vaccini somministrati in gravidanza “senza prove adeguate”.
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L’Associazione di Studi e Informazione sulla Salute (ASSIS) che unisce ed è gestita da medici e specialisti in diverse discipline mediche, in un comunicato ha preso le distanze dalla pressione esercitata sulle donne incinte per farle aderire alla campagna vaccinale: “Dopo la “Proposta di moratoria sulla vaccinazione dei bambini contro la Covid-19” ASSIS sottoscrive, insieme ad altre associazioni facenti parte della Rete Sostenibilità e Salute, il “Documento scientifico – Evitare pressioni per indurre le donne gravide a vaccinazioni antinfluenzali e antiCovid”. Si assiste con preoccupazione a una spinta crescente alla vaccinazione anti-Covid-19 delle donne gravide, come si è già verificato per la vaccinazione antinfluenzale. Ciò accade in assenza di informazioni adeguate a presentare alle interessate e ai curanti un quadro bilanciato dei benefici attesi e dei possibili rischi per le donne stesse e per la prole”.



Il professor Giovanni Frajese a confronto con il team di medici di Unite4Truth.

Il professor Giovanni Frajese a confronto con il team di medici di Unite4Truth. Le petizioni al Governo e agli organi internazionali (EMA, AIFA, OMS) contro le campagne vaccinali sui minori .
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Il Professor  Giovanni Frajese, docente universitario specializzato in endocrinologia, si è confrontato in un dialogo/intervista con il team di medici inglesi Unite4Truth che si presenta così: “Siamo un gruppo di medici che operano in Gran Bretagna e desideriamo informarvi delle nostre gravi preoccupazioni in merito alle proposte per somministrare i vaccini COVID-19 ai bambini e ai ragazzi. Problemi documentati, che vengono ignorati da molti operatori sanitari, dai rappresentanti politici e dagli organi di governo. Quelli che, come noi, tentano di esporre la situazione vengono ignorati, licenziati o censurati”. Frajese raccoglie e riporta, dunque, le motivazioni sui  seri pericoli per bambini e adolescenti cui è stato somministrato il vaccino COVID-19 causati da possibili danni al sistema immunitario e danni imputandoli alla proteina spike; nonché come questo tipo d’intervento indiscriminato impedirà l’immunità di gregge invece di favorirla. Vengono riportate, infine, le petizioni rivolte sia dal gruppo di medici inglesi, sia dallo stesso professor Frajese per convincere i Governi dal desistere dalle campagne vaccinali sui minori.  



93 medici israeliani chiedono al Governo di non vaccinare i bambini

93 medici israeliani chiedono al Governo di non vaccinare i bambini.
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Novantatré medici israeliani scrivono ad aprile 2021 una lettera all’emittente Channel 12, indirizzata ai dirigenti del Ministero della Salute, ai loro colleghi medici della Nazione e alla popolazione. Tra i firmatari, il Dr. Amir Shachar, Direttore del Pronto Soccorso del Laniado Hospital, il Dr. Yoav Yehezkeli, medico e docente all’Università di Tel Aviv e il Dr. Avi Mizrahi, Direttore dell’Unità di Terapia Intensiva del Kaplan Hospital. La lettera chiede di non vaccinare i bambini, ricorda l’incertezza sul virus e sui vaccini e il principio fondante della medicina: “primun non nocere”. Ricordano che “l’opinione prevalente e sempre più condivisa nella comunità scientifica è che il vaccino non possa portare all’immunità di gregge, pertanto non vi è alcuna giustificazione ‘di tipo altruistico’ per la vaccinazione dei bambini, al fine di proteggere la parte della popolazione considerata a rischio.” I medici israeliani scrivono anche: “Pensiamo che neppure un numero esiguo di bambini possa essere messo in pericolo da una vaccinazione di massa contro un virus che per loro non rappresenta alcun rischio” e “non si può escludere che il vaccino possa causare nel lungo periodo reazioni avverse che, attualmente, non sono ancora state rilevate, riguardanti anche la crescita, il sistema riproduttivo e la fertilità. Ai bambini dovrebbe essere permesso un rapido ritorno alla normalità: i numerosi test e i continui cicli di isolamento dovrebbero essere interrotti e non dovrebbe essere creata alcuna separazione nella sfera pubblica tra i vaccinati ed i non vaccinati”.



L’appello di 40 ricercatori preoccupati per la vaccinazione COVID-19 sui bambini

L’appello di 40 ricercatori, docenti universitari e medici inglesi all’Agenzia sui farmaci britannica (MHRA) preoccupati per la vaccinazione COVID-19 sui bambini.
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L’allarme all’Agenzia dei Farmaci (MHRA) per la campagna vaccinale COVID-19 sulle fasce sotto i 12 anni (prevista in UK a settembre 2021) è arricchito di link e articoli, e  titola: “Sicurezza e preoccupazioni sulle vaccinazioni Covid nei bambini”. I medici dichiarano: “Stiamo sollevando queste preoccupazioni per promuovere un dibattito informato che è una parte vitale del corretto processo scientifico. Dobbiamo assicurarci che non si ripetano le tragedie del passato quando i vaccini sono stati immessi sul mercato in fretta. Per esempio, il vaccino per l’influenza suina Pandemrix, lanciato dopo la pandemia del 2010, ha provocato oltre mille casi di narcolessia, in bambini e adolescenti, prima di essere ritirato…” E danni ha provocato anche “Dengvaxia, un vaccino contro la dengue, che è stato distribuito ai bambini prima dei risultati completi della sperimentazione… Non dobbiamo rischiare il ripetersi di questi eventi con i vaccini Covid-19, che potrebbero avere un impatto enormemente dannoso sulla vaccinazione in generale”.  



Tre ricercatori italiani spiegano la tesi secondo cui i “vaccini COVID-19” siano farmaci

Tre ricercatori italiani spiegano sul Journal of Neuroimmune Pharmacology (JNIP) la tesi scientificamente validata secondo cui i “vaccini COVID-19” siano farmaci piuttosto che “vaccini tradizionali”
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La Lettera indirizzata al JNIP e arricchita di referenze bibliografiche, di Marco Cosentino, Marco Ferrari e Franca Marino espone l’evidenza che i tre ricercatori ravvedono nei vaccini COVID-19 confermata da gran parte del mondo scientifico: Pfizer, Moderna, Astrazeneca, J&J ma anche Sputnik non sono vaccini convenzionali, bensì prodotti medicinali con un principio attivo e degli eccipienti, e probabilmente con effetti che dipendono dalla dose e dalla reattività individuale. “La maggior parte dei paesi occidentali, tra cui USA, UE e Regno Unito, stanno costruendo le loro campagne di vaccinazione di massa contro COVID-19 su prodotti derivati ​​da biotecnologie innovative, per RNA messaggero (Pfizer/BioNTech e Moderna) e consegna di DNA attraverso vettori di adenovirus (Oxford/AstraZeneca e Johnson & Johnson). Quest’ultimo è condiviso dalla Federazione Russa come vaccino Sputnik V (Jeyanathan et al. 2020 ). All’inizio della pandemia di coronavirus-2 (SARS CoV-2)… solo due vaccini basati su vettori virali contro il virus Ebola (tuttavia senza vettori di adenovirus) sono stati autorizzati per uso umano (Suschak e Schmaljohn 2019)”. Ma come aggiungono i ricercatori “di fronte all’emergenza sanitaria da pandemia COVID-19, la diffusa percezione pubblica” di questi prodotti impropriamente definiti “vaccini” è che tali “vaccini in fase di sviluppo riflettessero ciò che era già disponibile per il tetano, la difterite, la poliomielite, il morbillo, la parotite o la rosolia tra altri. Tuttavia, gli attuali vaccini COVID-19…” sarebbero da considerare “farmaci” o “prodotti farmaceutici” piuttosto che “vaccini convenzionali (che) sono preparati contenenti forme indebolite o uccise del microrganismo, alcuni dei suoi determinanti antigenici chiave o una forma inattivata di tossina… (che) incontrano il sistema immunitario dell’ospite nel sito di iniezione, determinando infine la stimolazione di una risposta immunitaria e, a sua volta, di una memoria immunologica. I vaccini COVID-19 si basano esattamente sulla consegna di RNA messaggero o DNA preparata mediante consegna vettoriale. Contengono RNA o DNA della proteina SARS-CoV-2 S attiva racchiusa in eccipienti (lipidi, sali e saccarosio per i vaccini a RNA, un adenovirus per i vaccini a DNA). I principi attivi non sono in grado di influenzare direttamente il sistema immunitario, a meno che non subiscano la traduzione nella proteina SARS-CoV-2 S da parte delle cellule in cui penetrano attraverso l’elaborazione ribosomiale….È stato recentemente suggerito che la proteina SARS-CoV-2 S prodotta e rilasciata dalle cellule ospiti precedentemente bersaglio dei vaccini può interagire con il suo recettore ACE2 espresso su altre cellule, innescare infiammazione, trombosi e altre reazioni avverse, imitando infine la patologia della malattia (Angeli et al. 2021 )”  Nell’articolo, dunque, i ricercatori evidenziano l’inappropriatezza dell’uso  della parola “vaccino” nella sua accezione comune per tali costrutti farmaceutici che – come ammesso del resto dalle stesse case farmaceutiche – a differenza dei vaccini tradizionali non prevengono il contagio, ma consentirebbero ai vaccinati solo di contrarre una forma più lieve della malattia.



L’intervista al dottor Mike Yeadon che ipotizza un depopolamento su vasta scala

L’intervista al dottor Mike Yeadon, ricercatore scientifico e Vicepresidente di un comparto di ricerca Pfizer, che ipotizza un “depopolamento su vasta scala” sfruttando la “pericolosità di tali ‘vaccini’ ”.
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È stata America’s Frontiline Doctors a raccogliere le dichiarazioni dello scienziato Mike Yeadonpresidente, CEO (Chief Executive Officer) e co-founder di Ziarco Pharma Ltd (un’azienda di biotecnologie farmaceutiche), che in Pfizer ricopriva il ruolo di ricercatore scientifico e vicepresidente di un comparto di ricerca che si occupava di allergie e ricerca sui farmaci. In tale intervista, Yeadon ha affermato che tali vaccini potrebbero essere utilizzati “per il depopolamento mondiale”:  “Non ho nessun dubbio che ci troviamo difronte al male (non sono mai stato così sicuro di qualcosa in 40 anni di carriera) e a prodotti pericolosi” – si legge nell’intervista originale inglese – “Nel Regno Unito, è abbastanza chiaro che le autorità sono decise a somministrare i “vaccini” al maggior numero possibile di persone. Questa è follia, perché anche se fossero legittimi, la protezione è necessaria solo per le persone che sono ad alto rischio…Ma tutte le altre, in buona salute… non muoiono di virus. In questo grande gruppo, è del tutto immorale somministrare qualcosa di nuovo e il cui potenziale di effetti  è completamente atipico”. Yeadon sostiene – e cita gli studi – che chi sia stato esposto al Covid, abbia sviluppato una immunità a lungo termine: fino a 17 anni o forse a vita. All’intervistatore che gli chiede quali siano i motivi per tanto accanimento sulla vaccinazione universale, lo scienziato risponde: “… Una è il denaro: ma è una motivazione che non regge, perché lo stesso profitto si otteneva raddoppiando i costi e somministrandoli alla metà dei soggetti. Per cui, è qualcos’altro. Va detto che, per “intera popolazione” s’intende includere anche minori e forse bambini piccoli, cosa che interpreto come un atto malvagio. Non c’è nessuna ragione medica. Sapendo, come so, che la progettazione di questi ‘vaccini’ si traduce nell’espressione nei corpi dei riceventi della proteina spike che ha effetti biologici negativi, che in alcune persone sono dannosi ( coagulazione del sangue,  attivazione del “sistema immunitario complementare” ecc. ), sono deciso nel sottolineare che coloro che non sono a rischio di questo virus non dovrebbero essere esposti al rischio di effetti indesiderati dovuti a questi agenti”. Tant’è che alla fine l’ex vicepresidente della Pfizer fa una dichiarazione eclatante: “Per favore, avvertite le persone di stare lontane dai vaccini, non ce n’è assolutamente bisogno…. E dal momento che … sono stati prodotti dal settore privato e gli organi preposti al controllo e alla regolamentazione si sono fatti da parte (la sicurezza non è stata testata), posso solo dedurre che saranno usati per scopi nefasti. Ad esempio, se qualcuno volesse danneggiare o uccidere una significativa percentuale della popolazione mondiale nei prossimi anni, i sistemi messi in atto in questo periodo, lo consentiranno. È mia opinione che sia possibile che tutto ciò venga usato per un depopolamento  su vasta scala”.



Le preoccupazioni di America’s Frontline Doctors, sulla natura sperimentale dei vaccini

Le preoccupazioni di America’s Frontline Doctors, sulla natura sperimentale, i rischi dei “vaccini”, la carenza di studi preliminari e test. 
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L’organizzazione no-profit di medici e studiosi rivolta al mondo medico America’s Frontline Doctors (AFLDS) ha stilato un documento per rispondere alle domande sul vaccino COVID-19 . In particolare, sul significato scientifico e legale di “vaccino sperimentale” (dimostrando che quelli anti-Covid lo sono tutti) e sulla sicurezza: “Poiché questi vaccini sperimentali non sono stati testati secondo gli standard abituali, nutriamo serie preoccupazioni per la sicurezza…non è sicuro distribuire su larga scala un vaccino sperimentale”, in quanto “l’assunzione di un vaccino è completamente diversa dall’assunzione di un normale farmaco. Contrariamente all’assunzione di un farmaco per una malattia, la persona che prende un vaccino è in genere completamente sana e continuerebbe a essere sana senza il vaccino. Poiché la prima regola del giuramento di Ippocrate è “non nuocere” la sicurezza del vaccino deve essere garantita. Ma non è ancora successo. Dovrebbero essere condotti e pubblicati più studi sulla sicurezza e l’efficacia del vaccino e si dovrebbe offrire al pubblico maggiore trasparenza sui possibili rischi, prima che gli Americani entrino nel più grande programma di sperimentazione medica di massa della nostra storia”.