Diario ragionato della pandemia

ovvero

Fahrenheit 2021

Il castello di carte truccate-testa

Il castello di carte truccate

Ecco qualche esempio di come le cure negate – senza mai entrare nel merito del divieto – abbiano consentito alla verità politica di schiacciare la verità scientifica costruendo un castello di carte truccate che già l’ordinanza del Consiglio di Stato di dicembre 2020 aveva evidenziato. Nel riaffermare la supremazia dei diritti costituzionali anche durante l’emergenza straordinaria, infatti, il Consiglio ha sottolineato le “incoerenze scientifiche” di AIFA, e indirettamente, dell’intera gestione dell’emergenza da parte del CTS. Ammesso, infatti, che AIFA, CTS e Governo abbiano trascurato inizialmente per errore le terapie domiciliari, non si capisce perché non abbiano mai ritenuto di rivedere questa posizione rimarcano, appunto, i giudici:“… In una situazione… di grave emergenza epidemiologica, nella quale si susseguono studi, ricerche… e vengono aggiornati i dati su terapie, sperimentazioni, contagi e decessi è ben difficile negare, sul piano logico (…) la necessità di una rivalutazione… delle misure adottate dalle autorità…”
Fino a quando non verrà accertata la validità scientifica delle attuali restrizioni “sanitarie” (compreso il prolungamento dello stato di emergenza, l’obbligo vaccinale e i “campi di isolamento”) esse rappresentano, dunque, solo un incubo privo di legittimità. (continua a leggere)



Il castello di carte truccate

Il castello di carte truccate

Ecco qualche esempio di come le cure negate – senza mai entrare nel merito del divieto – abbiano consentito alla verità politica di schiacciare la verità scientifica costruendo un castello di carte truccate che già l’ordinanza del Consiglio di Stato di dicembre 2020 aveva evidenziato. Nel riaffermare la supremazia dei diritti costituzionali anche durante l’emergenza straordinaria, infatti, il Consiglio ha sottolineato le “incoerenze scientifiche” di AIFA, e indirettamente, dell’intera gestione dell’emergenza da parte del CTS. Ammesso, infatti, che AIFA, CTS e Governo abbiano trascurato inizialmente per errore le terapie domiciliari, non si capisce perché non abbiano mai ritenuto di rivedere questa posizione rimarcano, appunto, i giudici:“… In una situazione… di grave emergenza epidemiologica, nella quale si susseguono studi, ricerche… e vengono aggiornati i dati su terapie, sperimentazioni, contagi e decessi è ben difficile negare, sul piano logico (…) la necessità di una rivalutazione… delle misure adottate dalle autorità…”
Fino a quando non verrà accertata la validità scientifica delle attuali restrizioni “sanitarie” (compreso il prolungamento dello stato di emergenza, l’obbligo vaccinale e i “campi di isolamento”) esse rappresentano, dunque, solo un incubo privo di legittimità.

L’articolo 4 del Regolamento Europeo per esempio, indica le condizioni per autorizzare un farmaco o un vaccino che manca di “… dati clinici completi in merito alla sicurezza e all’efficacia”. Tra queste condizioni c’è la mancanza di altre “cure soddisfacenti”. Ma se le cure per mitigare l’impatto del virus, invece, ci sono e vengono contrastate (come la “criminale soppressione dei dati sull’ivermectina costatata mezzo milione di vite”, denunciata da Pierre Kory) è arrivato il momento di ascoltare la comunità scientifica: allarmata da una vaccinazione di massa frettolosamente avviata, nonostante gli eventi avversi e le incognite sul futuro riportate negli studi dei maggiori esperti a livello mondiale anche nella sezione SCIENZA E VACCINI di questo “Diario”.
Un allarme, dunque, dovuto non ai vaccini in genere ma a questi vaccini “genici” contro Covid che si vuole rendere obbligatori benché mai utilizzati prima nella Storia della Medicina e oggi sperimentati direttamente sull’uomo. Di qui le iniziative di contrasto a scelte politiche che sembrano non tenere conto di tali conseguenze. Come quella del
 Movimento Ippocrate nato in Italia e ramificatosi in tutto il mondo che – dopo un anno di esperienza nelle Terapie Precoci Personalizzate – ha avviato una raccolta firme su Change.org con la richiesta al Governo italiano di potere accedere a un vaccino tradizionale: “Un vaccino a virus inattivato come quelli sperimentati fin dall’infanzia, con una tradizione lunga e radicata e una metodologia utilizzata da anni che rappresentano, quindi, garanzie di sicurezza ed efficacia oltre che di compatibilità con la biologia dell’essere umano”.

Il Movimento IppograteOrg ha curato 60.000 pazienti – con zero decessi tra quelli trattati entro i primi 5 giorni da inizio sintomi – per cui definisce Covid : “Una malattia che se curata per tempo NON porta MAI alla morte, e perciò richiederebbe decisioni politiche e sanitarie che consentissero ai cittadini di essere curati piuttosto che vaccinati. Come Movimento Ippocrate rispettiamo ogni scelta. Ma proprio per questo vogliamo garantire a coloro che scelgono la vaccinazione, di poter accedere a vaccini NON sperimentali come quelli attualmente utilizzati in Italia…” Vaccini che: “in quanto regolamentati in regime di stato d’emergenza, sono farmaci sperimentali… che utilizzano biotecnologie di tipo genomico (mai utilizzate precedentemente per un vaccino) ancora in fase di sperimentazione…” la cui “interazione con l’equilibrio naturale del corpo umano – in particolare con la funzione immunoregolatoria e d’immunosorveglianza – non rende possibile garantirne la sicurezza a medio e lungo termine. In Cile, dove si è potuto scegliere tra vaccino genico sperimentale e vaccino tradizionale a virus inattivato, il 93% della popolazione vaccinata ha scelto quest’ultimo e solo il 7% ha scelto il vaccino genico. Il diritto di accesso alle cure e alla libertà di scelta va garantito: e per questo chiediamo alle Autorità competenti che vengano al più presto autorizzati e resi disponibili vaccini a virus inattivato”… 

Quanto all’uso delle mascherine all’aperto, sollevò proteste per la sua infondatezza perfino da parte di Galli e Crisanti ma fu avallato da Zingaretti come “invito psicologico alla cautela” (sic!).

Lo stesso vale per la definizione di “positivo” data a chi ha effettuato un tampone con un numero troppo alto di cicli di amplificazione. Se per cercare la presenza del virus sul tampone, infatti, se ne ingrandisce esageratamente l’immagine (oltre, appunto, i 30-35 cicli di amplificazione) verranno rilevati solo pezzi di virus o virus morti che non sono più in grado di replicarsi e, quindi, non possono aumentare il contagio. Con quali conseguenze? Quella di conteggiare come “positivi” un numero abnorme di “casi” che non sono contagiosi; diobbligare i cittadini a immotivate quarantene e limitazioni; di sciorinare ad ogni tiggì un elenco di ”casi” che tiene immotivatamente alto il livello di allarme. Questi “positivi” frutto di amplificazioni eccessive, infatti, non essendo contagiosi andrebbero valutati come “negativi”, come segnalò il professor Roberto Rigoli, referente della Regione Veneto. E non è stato l’unico: anche l’Associazione dei microbiologi clinici italiani (AMCLI), ha sottolineato che quando i cicli sono pari o superiori a 35, va specificato che il 95% dei ceppi non sono più in replicazione. Un criterio ribadito perfino da Anthony Fauci (sistematicamente allineato sulle posizioni mainstream) a novembre 2020: “il test PCR COVID inutile e fuorviante quando viene eseguito a “35 cicli o superiore”. L’elenco di altri medici, virologi ed epidemiologi in Italia e all’estero, che ribadiscono tale  acquisizione scientifica, è lungo. Come lo è il numero di siti specialistici che denunciano “L’esplicitazione nel referto dei cicli nell’analisi molecolare di SARS-CoV-2: cui prodest?e Troppi cicli e pochi geni: cosa non va nei tamponi ”. E perfino Maria Van Kerkhove, responsabile per l’OMS ha dichiarato nell’articolo: Tramonta il mito degli asintomatici. Per Oms è raro che trasmettano il virusaffermando, così, che “la diffusione del coronavirus senza sintomi è “molto rara”. Ecco, invece, i risultati di alcuni laboratori del Veneto e del Friuli Venezia Giulia  i cui tamponi vanno – al contrario di quanto scientificamente dimostrato – da un minimo di 37 fino a 40-45 cicli di amplificazione: a riprova che, se fossero correttamente eseguiti non oltre i 24, massimo 30 cicli, i dati sui “positivi” e i “contagiosi” crollerebbero di botto come un castello di carte: insieme allo Stato di emergenza, alle restrizioni, al coprifuoco, all’obbligo vaccinale, ecc. ecc.

Ma non solo manca la trasparenza su questi dati, ma a partire da novembre 2021 si tende a truccare ulteriormente le carte introducendo nella narrazione mainstream concetti infondati sui “falsi positivi” e i “falsi negativi” come denuncia chiaramente il ricercatore italiano Marco Cosentino. A novembre, infatti, i media introducono nella narrazione il concetto che sia necessario modificare i criteri per l’assegnazione del green pass, stringendo ulteriormente e limitando la possibilità dei tamponi rapidi. “ I dubbi sulla validità dei tamponi rapidi: «Vengano esclusi per il rilascio del green pass” si legge sul Corriere.it del 11 novembre utilizzando la solita, generica “fonte”, priva di fondamento scientifico: “A sollevare i primi dubbi è stata la comunità scientifica”.
Poi è la volta della Stampa –  “Covid, Ricciardi: “I tamponi antigenici sono il punto debole del Green Pass” – e di Open: “Verso il decreto per l’obbligo della terza dose ai sanitari. Spunta l’ipotesi dei colori a giorni per Natale: niente Green Pass con i test rapidi”. Le agenzie stampa e i maggiori media nazionali si allineano. Ma tramite canale social Telegram, interviene sulla questione Marco Cosentino, ricercatore e professore di farmacologia presso l’Università dell’Insubria: “Si diffondono sui mezzi di comunicazione affermazioni errate sul rischio che i tamponi antigenici diano un elevato numero di falsi negativi e chi le fa se ne deve assumere la responsabilità dato che non può non sapere le ragioni dell’errore… Le conseguenze sono per l’identificazione dei positivi, se uno ha un risultato negativo questo è altissimamente probabile, ai limiti della certezza. E siccome chi fa i tamponi, di regola ne fa diversi consecutivamente, a ogni ripetizione aumenta la certezza, fino a diventare un 99,999% con 9 periodico. Quel che da sempre i tamponi sbagliano è la positività: sugli asintomatici (ovvero sulle persone apparentemente sane) i tamponi sono spessissimo falsi positivi, con le ovvie conseguenze per la statistica e per l’isolamento in quarantena di persone del tutto sane. Questo è. Poi ci possiamo raccontare quello che vogliamo, se una diversa narrazione ci piace di più. Ma quella corretta è questa. Nell’impianto del lasciapassare sanitario (green pass) la categoria in assoluto meno a rischio di essere contagiosa è quella di coloro che si sottopongono abitualmente a tampone. Almeno questo è fuori discussione”


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Ippocrate.org è gestito da sanitari che offrono cure per il Covid-19

IppocrateOrg è gestito da sanitari che offrono cure per il Covid-19 e sono coordinati da Mauro Rango. Vai al sito

I casi transitati e curati finora, attraverso il loro sito internet ( ippocrateorg.org ) sono 6.000. In aggiunta a questi si possono stimare, secondo il dottor Rango, altri 4.000 pazienti transitati direttamente sui cellulari dei medici che fanno capo al gruppo. Il totale, dunque, fra quelli certi (6.000) e quelli stimati (4.000) è 10.000 casi: rispetto ai quali, i decessi sono stati 4 (quattro) e hanno riguardato pazienti presi in cura dopo il sesto giorno, già affetti da gravi patologie.
Vedi le linee guida di ippocrateOrg

Mauro Rango è anche l’autore di “Guarire il COVID-19 a casa“.

L’autore così lo presenta:

“Ad un anno dall’inizio della pandemia viene pubblicato il primo Manuale con le Linee Guida relative alla terapia domiciliare per la cura del Covid-19.
Questo lavoro mostra, con esempi clinici dettagliati, come si applicano le Linee Guida relative alla terapia domiciliare per la cura del Covid-19, nelle varie situazioni di malattia.”



Approfondimenti gruppo Medici FVG

Il gruppo “Medici Friuli Venezia Giulia” oltre a praticare le cure precoci, da aprile 2020 ha prodotto uno dei più consistenti ed articolati approfondimenti “fra pari” su Covid-19, oggi disponibile su Youtube.     
Scarica il Documento. 

“12  MESI DI COVID-19: STORIA,  STRATEGIE  DI  CONTENIMENTO,  PREVENZIONE E  CURA. VERSO QUALE  FUTURO?” 

Questo è il titolo del programma clinico/scientifico del Gruppo Medici FVG, curato dal dottor Paolo Baron (vedi curriculum), in cui ognuno dei titoli qui riportati nel DOCUMENTO corrisponde ai relativi “webinar” o  incontri on line che – causa la pandemia – hanno sostituito i congressi specialistici per l’aggiornamento e lo scambio delle esperienze su Covid-19.
Circa 50 webinar tenuti da aprile 2020 con cadenza settimanale, accessibili sul canale youtube Medici FVG – SNAMID FVG riservato alla categoria che riporta il confronto con esperti di vario genere: scienziati, clinici, farmacologi, psichiatri, psicoterapeuti, direttori didattici, ecc.. Costantemente in contatto con altri medici e ricercatori in Italia e all’estero, “Medici FVG” hanno svolto, dunque, forse il più imponente scambio di notizie cliniche e scientifiche “fra pari” dall’inizio della pandemia. Il che ha anche consentito loro di scoprire l’efficacia contro Covid di un ampio numero di farmaci già disponibili nelle farmacie. Infatti, sempre previo consenso informato dei propri pazienti, agendo in “scienza e coscienza” e rifiutando direttive dall’alto se ritenute dannose per il malato – come richiede loro il “giuramento di Ippocrate” – questi medici hanno valutato l’efficacia di farmaci come l’antiparassitario ivermectina, l’adenosina per aerosol, il Parvùlan, la colchicina, ecc. Farmaci per la cui sperimentazione si erano rivolti ad AIFA senza ricevere risposta o solo risposta negativa. 

Questo è anche il gruppo WathsApp cui sono stata invitata a partecipare da Paolo Baron e dagli altri amministratori, dopo che hanno letto la prima parte del “Diario ragionato della pandemia”. Una partecipazione per me determinante per comprendere la “realtà curabile” del Covid, che trova scarsa eco sulla stampa allineata.



Medici in Prima Linea

“Medici in Prima Linea” è uno dei primi gruppi che ha praticato con successo le cure precoci, coordinandosi su Facebook.
Vai al gruppo Facebook

Il risultato del lavoro e confronto fra medici non solo italiani avviato da marzo 2020, ha prodotto un protocollo di riferimento “TERAPIA DOMICILIARE COVID-19” (TDC COVID-19) firmato inizialmente da 208 sanitari, oggi divenuti oltre 500. Viene qui pubblicato solo lo schema del protocollo per comprenderne l’impostazione, senza nome dei farmaci e posologia per evitare (come richiesto dai referenti del gruppo) “di innescare comportamenti impropri di auto-medicazione”. Al protocollo può accedere il medico di fiducia (e non necessariamente il medico di base) segnalato dal paziente. In che modo? “Potrete indicarci, anche nei commenti al post, l’indirizzo email e/o il cellulare dei vostri medici di famiglia, ai quali invieremo il TDC19, dopo averli coinvolti”, come ha spiegato l’avvocato Grimaldi su Facebok. Tale segnalazione può essere fatta da qualunque cittadino dopo essersi iscritto gratuitamente al Comitato postato su Facebook

Ecco, dunque, i criteri della “Terapia domiciliare Covid 19” (seguita dall’elenco dei primi 208 medici che l’hanno condivisa) che ho sintetizzato nel documento che segue. Vai al documento.



La vitamina D e il suo ruolo nel Covid-19

La vitamina D e il suo ruolo nel Covid-19.
Scarica il Documento

Fin dall’inizio dell’epidemia di Covid-19 il ruolo di integratori e vitamine è stato ritenuto importante sia nella prevenzione che nel decorso della malattia: cioè, sia per ridurre le possibilità di contagio, che per prenderla in forma più lieve. E’ notorio, infatti, che la maggior parte della popolazione soffre di carenza di vitamina D: ecco perché è stata più volte e a diversi livelli consigliato di utilizzarla. Perciò, a titolo esemplificativo, sono riportati nel Documento i link delle più svariate testate che ne hanno parlato: dalle riviste specializzate, a quelle di informazione per il grosso pubblico.