Diario ragionato della pandemia

ovvero

Fahrenheit 2021

Sintesi dello studio del sito “Age of Autism”

Link del documento sul sito

Estratto dal “Diario ragionato della pandemia” (2° parte)  

“… Il sito americano “Age of Autism” denuncia entrambi gli studi “Recovery” e “Solidarity” coordinati e sostenuti dall’OMS, per i dosaggi troppo alti utilizzati per testare l’efficacia dell’HCQ, a causa dei quali sarebbe aumentata in maniera abnorme la mortalità dei pazienti arruolati.  “Mentre stavo completando questo report  scrive l’autrice, dottoressa Meryl Nass la FDA ha annunciato che stava revocando la sua autorizzazione all’uso emergenziale dell’HCQ per il Covid-19, perché i “benefici noti e potenziali” non superano più i rischi del farmaco. E tutti coloro che l’hanno vietata, hanno giustificato questa posizione citando anche i dati degli studi “Recovery” e “Solidarity” dell’OMS, nei quali, però, l’HCQ è usata in una dose non terapeutica, tossica e potenzialmente letale”.

Di qui l’inquietante interrogativo sollevato dalla dottoressa Nass: è mai possibile che l’OMS non fosse a conoscenza del dosaggio anomalo somministrato ai pazienti reclutati per questi studi e non ne abbia tenuto conto? Ecco, dunque, alcuni passaggi del report che solleva questo terribile dubbio: “Nell’elenco dell’OMS dei farmaci da sottoporre a studi le dosi non sono state specificate…. la citazione dal rapporto dell’OMS sul dosaggio indica il numero di milligrammi per compressa, ma non il numero di compresse da utilizzare… E stranamente le dosi non sono state specificate, neanche nella consulenza dell’OMS fornita da 4 esperti l’8 aprile proprio sul dosaggio della clorochina. Tant’è che, nonostante nell’introduzione del rapporto sull’incontro, si legga: Questa riunione è stata convocata per discutere l’adeguatezza della scelta delle dosi per lo studio” la questione dei dosaggi, rimane poco chiara e discordante anche dopo l’incontro…” Inoltre “L’agenzia ufficiale di ricerca medica dell’India (ICMR) aveva scritto all’OMS segnalando che le dosi di HCQ utilizzate nello studio Solidarity erano in realtà 4 volte superiori alle dosi utilizzate in India. E anche Singapore era stata riluttante a partecipare alla sperimentazione dell’OMS a causa delle dosi troppo alte… ”. Il che significa che Singapore usava già HCQ, ma in un dosaggio normale: sarà per questo che Singapore dall’inizio della pandemia fino al 2 gennaio 2021 ha avuto soltanto 58.400 casi e appena 29 morti su 5 milioni e 639mila abitanti?  

Sta di fatto che le dosi somministrate in Solidarity sono state ricostruite tramite gli studi effettuati dai diversi Stati che hanno partecipato alla sperimentazione dell’OMS dai quali: “Risulta che la parte canadese dello studio Solidarity ha usato un dosaggio identico alla parte norvegese”.  E sia gli studi canadesi che norvegesi… hanno fornito ai pazienti una dose cumulativa durante le prime 24 ore che, se somministrata in dose singola, è stata documentata come letale. Inoltre l’emivita del farmaco è di circa un mese, per cui la quantità cumulativa è importante”.

Quanto allo studio “Recovery” (quello criticato anche dal gruppo di medici coordinato dal dottor Raoult), è molto simile a Solidarity sia nelle conclusioni sull’inefficacia e la pericolosità dell’HCQ, sia per gli alti dosaggi e, di conseguenza, l’alta mortalità ospedaliera (25,7%) dei 1.542 pazienti (396 decessi) che hanno ricevuto HCQ: “Ebbene – scrive la dottoressa Nass – il protocollo di studio sulla sperimentazione di Recovery forniva a pag. 22 le dosi di HCQ utilizzate: tant’è che chi le ha visionate ha iniziato a notare un problema di dosaggio, e con l’hashtag #Recoverygate le ha rese note fra gli utenti di Twitter creando allarme fra gli addetti ai lavori.”  

“Ma come viene normalmente usata HCQ? – ci si chiede nello studio di Age of Autism – Per l’uso quotidiano cronico nel lupus eritematoso sistemico o nell’artrite reumatoide, i pazienti ricevono tra 200 e 400 mg al giorno… Sappiamo che in Brasile sono state testate sia una dose elevata di HCQ, sia una bassa dose, ma entro il 17 aprile, la sezione ad alte dosi è stata interrotta a causa di un eccesso di decessi. Inoltre l’OMS, nel 1979 ha assunto un consulente H. Weniger, per indagare sulla tossicità dell’HCQ sugli adulti, che a pagina 5 osserva che una singola dose di 1,5-2 grammi di base di idrossiclorochina “può essere fatale”. Pertanto, in base a tutti questi elementi, la dottoressa Nass ritiene che l‘OMS non potesse non sapere della letalità dell’HCQ usata ad alte dosi e che: “le dosi utilizzate in questi studi non sono raccomandate per la terapia di alcuna condizione medica”. E poichè  “il regime di dosi elevate non ha giustificazione medica… Questo è immorale. Un dosaggio eccessivo rende impossibile valutare l’eventuale beneficio terapeutico dell’HCQ… Dare il farmaco solo a pazienti ospedalizzati significa che è passato il lasso di tempo durante il quale ci si aspetterebbe che HCQ fornisca il massimo beneficio, cioè all’inizio della malattia quando la carica virale è in aumento”. 

Ma per quali motivi sarebbe accaduto tutto questo? 

Ed è qui che la dottoressa Nass avanza il terribile dubbio che gli “studi clinici siano stati progettati proprio per dimostrare che l’HCQ era pericolosa e provocava alti tassi di mortalità… per avvantaggiare prodotti farmaceutici più costosi”. E conclude: ”Se così fosse le conseguenze sarebbero inqualificabili. Perché l’alto numero di decessi frutto di questi studi, avrebbe avuto come risultato quello di privare milioni di persone dal beneficiare potenzialmente di un farmaco sicuro ed economico se usato correttamente durante una grave pandemia, contribuendo ad aumentare le morti, a prolungare la pandemia e ad avere enormi perdite economiche”. Una denuncia talmente forte che può essere confermata o smentita solo da un Tribunale: cioè, da un “potere terzo” che ne verifichi fino in fondo la validità. Il che non esime un giornalista dal riportarla ponendola in forma dubitativa e allegandovi le fonti citate…”