Due giorni dopo la morte (appena descritta) della professoressa 46enne Cinzia Pennino per la quale a Palermo era stato aperto un fascicolo, muore il 30 Marzo Augusta Turiaco, docente di 55 anni di Messina per una emorragia cerebrale seguita a trombosi dopo avere fatto AstraZeneca. Così, come viene riportato sulla stampa: “Sono 6 in totale le inchieste siciliane scaturite da eventi gravi e morti concomitanti con le vaccinazioni”. La famiglia di Augusta Turiaco, infatti, ha presentato un esposto in Procura che si aggiunge a un’altra inchiesta già aperta a Messina e a quelle di Siracusa, Trapani, Palermo e Agrigento: “Augusta Turiaco, docente di musica, ricoverata da giorni per un’emorragia cerebrale dovuta a una trombosi si era sentita male subito dopo aver avuto iniettata la prima dose del vaccino AstraZeneca, l’11 marzo scorso: 13 giorni dopo era finita in ospedale in gravi condizioni. Per questo, la Procura di Messina aveva subito aperto un’inchiesta… l’avvocata della famiglia ha depositato un esposto, inviato per conoscenza anche all’Aifa, all’Istituto Superiore di Sanità, al Ministero della Salute e alla Presidenza del Consiglio: “L’ottimale stato di salute della signora Turiaco, l’assenza di patologie pregresse e la carenza di genetica predisposizione alle trombofilie, il brevissimo lasso temporale intercorso tra la somministrazione del vaccino e la comparsa dei primi malesseri, nonché il repentino aggravamento del quadro clinico – scrive la legale, Daniela Agnello – rappresentano indizi “gravi, precisi e concordanti” tali da indurre a richiedere indagini giudiziarie circa l’esistenza di un nesso causale tra l’inoculazione del vaccino e le patologie insorte”. Ciononostante, a riprova dell’efficacia della martellante campagna stampa governativa a favore di tale siero sperimentale impropriamente definito vaccino, la famiglia di Augusta Turiaco, nonostante la tragedia che l’ha colpita, ha fatto il seguente appello ai concittadini: “Vaccinatevi, è l’unico modo per uscire dalla pandemia. Augusta nelle scorse settimane si era sottoposta con entusiasmo alla campagna vaccinale, salvo poi vedersi coinvolta in un incubo che ha avuto purtroppo un esito infausto”. Il dubbio, dunque, che quell’incubo sia stato scatenato proprio dal vaccino non ha neanche sfiorato i familiari di Augusta. Quanto agli altri casi citati dalla stampa nel medesimo articolo, eccone una sintesi.
La procura di Agrigento ha aperto un’inchiesta dopo la morte di una donna di 70 anni, avvenuta lunedì nell’ospedale San Giovanni di Dio di Agrigento, che aveva ricevuto il vaccino AstraZeneca il 21 marzo. La donna ha cominciato a stare male dopo 4 giorni ed era stata ricoverata d’urgenza e in condizioni molti gravi. Secondo i parenti, non soffriva di alcuna patologia…
A Messina è arrivata per competenza dalla Procura di Catania, l’inchiesta che riguarda la morte dell’ispettore di polizia Davide Villa, 50 anni,deceduto il 6 marzo nell’ospedale San Marco di Catania, 16 giorni dopo la somministrazione del vaccino e dopo malesseri cominciati poche ore dopo la somministrazione. L’inchiesta fu aperta dalla procura di Catania che, dopo i primi atti tra i quali l’acquisizione di esami autoptici disposti autonomamente dall’ospedale catanese ancor prima che un’indagine fosse aperta, ha poi trasmesso il fascicolo a Messina perché l’ex moglie del poliziotto è un giudice in servizio a Catania. Anche la famiglia di Villa, dopo qualche giorno, ha depositato un esposto-denuncia alla procura di Messina.
A Trapani, le prime risultanze dell’autopsia hanno indicato come causa del decesso un infarto per il quale si indaga sulla morte di un sottufficiale dei carabinieri, Giuseppe Maniscalco, anch’egli vaccinato pochi giorni prima con AstraZeneca.
A Siracusa, la Procura indaga sull’improvvisa morte, 16 ore dopo la vaccinazione, di un sottufficiale della Marina militare, Stefano Paternò, 43 anni, di Misterbianco, alle porte di Catania, dove l’uomo viveva con moglie e due figli adolescenti: un caso che ha fatto scalpore e, perciò, approfondito qui di seguito.
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